23.7.08

Una monetina a me, una a te....

Lui, 5, era uno dei tanti centesimi di euro in giro per l'Europa.
Certo, non era una vita facile la sua: snobbato e non considerato da tutti, croce e delizia di commercianti, studenti affamati alle macchinette, casalinghe alle prese con melanzane e zucchine, governatori delle banche d'Italia di tutto il mondo, benzinai..
Spesso a terra, gettato via con noncuranza, al momento giusto, quando c'era da servirsene. Si nascondeva bene, per difendersi dalle cattiverie di un mondo che l'odiava e che non apprezzava tutti i suoi sforzi per entrare a far parte della famiglia delle monete tenute in conto da tutto il resto del mondo.
nemmeno una caramella per un bambino, valeva... Così misero e povero, cercava in tutti i modi di farsi valere.
Un giorno, dopo l'ennesimo dei soprusi (si trovò ad essere strumento di tortura di un bullo, che lo gettava ripetutamente addosso ad un "secchione", reo di non avergli passato il compito di matematica), decise di porre fine a questo strazio, partendo per un lungo viaggio alla ricerca di chi l'aveva preceduto.
A tavola, decise di comunicare la decisione alla sua famiglia; tentò più volte di parlare, ma nessuno lo ascoltava, presi com'erano dalle decisioni governative sui tassi a mutuo fisso. Prese allora il telecomando, spense la televisione e disse a voce piena: "Io questa sera parto". La famiglia, abituata alle stravaganze del figlio, gli diede poco conto, nemmeno quando all'indomani il piccolo 5 salutò mamma 20, papà 50 ed il suo fratello più grande, 10.
Zaino in spalla, si avviava verso l'unico che poteva aiutarlo in questo senso. Nel paese delle lire, trovò un irreale silenzio: tutti, oramai, erano in pensione da qualche anno, ed il paese rispecchiava in pieno questa ormai immobilità forzata. Chiese ad una luccicante banconota la via giusta, ma nemmeno il tempo di girarsi e vide quanto stava cercando: era lì, la casa di 50£, l'unica persona che poteva aiutarlo nella sua personalissima ricerca della felicità.
Suonò il campanello, ed alla porta si presentò un uomo basso e grassoccio, ormai in là con l'età ma con un gaio sorriso, che riusciva a trasmettere allegria già dal primo sguardo, senza aprire bocca. 5 si presentò, venne fatto accomodare all'interno della piccola villetta stile Liberty, affinchè si potesse rifocillare dal lungo viaggio; il nostro, però, aveva fretta, fretta di sapere.
"Ma come fai?" chiese immediatamente a 50£. "Da anni ormai non lavori più, sei sempre stato considerato poco più di zero eppure sei così sorridente... Io sono molto triste, vorrei avere più attenzioni e vorrei essere come te, godere della stima altrui, essere indicato quando passo, ma nessuno bada a me, piccolo ed inutile come sono."
50 lo osservava, sorseggiando il suo thè verde e rivedendo gli incubi della sua giovinezza: "Anche io mi sentivo come te, sai? Piccolo, inutile, senza considerazione. Un giorno, però, andai a finire nelle mani di un bambino. Suo nonno era poverissimo, ma aveva trovato comunque la possibilità di regalare qualcosa al suo nipotino per Natale. Il regalo ero io, una piccola monetina da cinquanta lire che non valeva nulla: eppure, per quel bambino ero la cosa più bella che potesse desiderare, un regalo inaspettato, ero un sorriso che si allargava sotto un albero di Natale. Ero amore, ero passione, ero tutto ciò che prima desideravo. Un giorno quel bambino divenne ricco, ma si dimenticò di quello che era stato: trascurò la famiglia, si trasferì sotto l'onda del suo successo in un paese lontano, si circondò di amici sbagliati. Un giorno, però, suo nonno morì. Il ragazzo, ormai diventato uomo, era cambiato: in me vedeva tutte le scelte sbagliate della sua vita, vedeva il rimpianto per non aver salutato suo nonno prima che se ne andasse. Io ero diventato ormai l'oggetto odiato ed amato allo stesso tempo, lo spauracchio del successo da inseguire a tutti i costi ed il ricordo di una bella giovinezza andata. Mi abbandonò lì, al fianco di suo nonno, a tenergli compagnia".
"E' una storia triste...", replicò 5, che ormai affondava le lacrime in gola per la malasorte toccata al povero ragazzo. "Non riesco però a cogliere il senso di questa lunga introduzione".
"Ragazzo mio, non perdere tempo ad essere quello che non sei, o ad inseguire miraggi di fama e successo. ognuno ha uno scopo, trova il tuo ed inseguilo."
Tornando a casa, rifletteva sulle parole del suo amico: vide dall'altro lato della strada un bambino, che guardava tristemente dentro il suo piccolo borsello. Guardava avidamente un pacco di caramelle, sogno irragiungibile per lui a causa di quei cinque centesimi che aveva smarrito e che adesso mancavano nel borsello, che conteneva i risparmi della sua finora brevissima vita. Non ci pensò due volte: smise lo zaino, e approfittando di una distrazione del ragazzo volò dentro il borsello, deciso a fare la sua buona azione. Non immaginate la faccia del bambino, quando ricontò i soldi e scoprì che la somma finalmente bastava a comprare le famose caramelle!!
Corse al bancone, svuotò il sacchetto davanti al commerciante che sorridendo gli porse le caramelle tanto desiderate.
Come brillava 5 su quel bancone... Era raggiante, aveva visto la scena ed aveva capito immediatamente le parole di 50£. Sorridente come non mai, finì in un angusto cassettino di un registratore di cassa. Con lui, tante monetine sorridenti, quelle dei tanti bambini della città.
Un mare di felicità, composto da tante piccole monetine felici.

20.7.08

Caparezza, Puglia, 2008


Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia.
Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perchè può capitare che si stacchi e venga giù.

Ehy turista so che tu resti in questo posto italico. Attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicomio.
Mare adriatico e Jonio, vuoi respirare lo iodio ma qui nel golfo c'è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio.
Abbronzatura da paura con la diossina dell'ILVA. Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa.
Nella zona spacciano la morìa più buona. C'è chi ha fumato veleni all'ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma. Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese.
Turista tu balli e canti, io conto i defunti di questo paese. Dove quei furbi che fanno le imprese, non badano a spese, pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese.

RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più.
Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia.
Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perché può capitare che si stacchi e venga giù.

E' vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica. Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica. Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia si accoppa chi sgobba e chi non sgobba si compra la roba e si sfonda finché non ingombra la tomba.
Vieni a ballare compare nei campi di pomodori dove la mafia schiavizza i lavoratori, e se ti ribelli vai fuori. Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati nei barattoli. Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli.
Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati e ci siamo dimenticati d'essere figli di emigrati. Mortificati, non ti rovineremo la gita.
Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita.

RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più.
Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia dove ti aspetta il boia boia boia.
Agli angoli delle strade spade più di re Artù, si apre la voragine e vai dritto a Belzebù.
O Puglia Puglia mia tu Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via e subito penso che potrei morire senza te.
E subito penso che potrei morire anche con te.

So far...

Dal suo balcone sulla piazza principale, Frank vedeva la pioggia cadere lenta in una notte d'estate, tra grilli e televisioni che urlano dalle stanza di vecchi insonni. La nostalgia, la voglia di partire, si mescolavano a dovere con l'odore di terra tipico degli acquazzoni estivi e con la luna piena che rimanda ad amori lontani, ai naviganti in mezzo al mare che non hanno altra compagnia che quella palla biancastra che illumina profili di solitudini e storie lasciate a metà e famiglie abbandonate al loro destino.
Il ghiaccio nel bicchiere di Frank iniziava ad annacquare eccessivamente il suo scotch: bevve d'un sorso, ascoltando i consigli che Cammariere gli dispensava gratuitamente attraverso le sue canzoni d'amore. Mai aveva accettato consigli, men che meno lo avrebbe fatto ora che non c'era niente di sbagliato, solo tanti chilometri, tanta distanza, tanta voglia di stare insieme ostacolata dalle circostanze del caso.
La odiava questa parola, Frank, circostanze. Ognuno sceglia cosa fare della sua vita, nulla accade per caso, tutto fa parte di un disegno minimo e pur circostanziato che coinvolge protagonisti principali e marginali di un progetto di vita nato tra i due chili ed otto e i tre chili e sette, in media. Il resto, lo si mette a punto con il tempo... I mille crocicchi che prendiamo, le miriadi di scelte che facciamo, sono frutto di tentennamenti e indecisioni, infine di scelte.
Le circostanze, insomma, sono il frutto delle nostre scelte.
Allora, perchè le sue scelte lo portavano a stare così male? cioè, non male.. però, non bene..
Stava pensando troppo, ed il pensare troppo era il preludio ad una cazzata. La sentiva arrivare, era vicina. la presenza della cazzata era palpabile nell'aria.
Afferrò il telefono, ma non fece il solito numero: stavolta, ne fece un'altro, che non faceva da un sacco di tempo, ma che ricordava ancora a memoria.
"Ciao, da quanto tempo? senti, volevo parlarti, hai due minuti per me stasera?"
Prese il soprabito, diretto verso un appuntamento che non avrebbe dovuto prendere. Confermando le sue teorie sulle circostanze.

2.7.08

Zimbabwe a San Marco Argentano

Spesso, un cronista si trova a dover assistere, nella sua vita, a delle scene che difficilmente dimenticherà. Morte, distruzioni, tragedie... o enorme ignoranza.
Questo che leggerete è solo un piccolo resoconto di un elogio alla follia girato da un manipolo di folli e che spero vi faccia rendere conto di come le dittature, siano esse in Zimbabwe o in Bulgaria, non sono così lontane dalla realtà quotidiana.
Un consiglio comunale di un piccolo centro del cosentino, San Marco Argentano appunto, si trova nella posizione di dover deliberare su un piano strutturale, che andrà a decidere la destinazione d'uso e la fisionomia del territorio negli anni a venire: decisione importante, che merita attenzione e pianificazione estrema.
Dopo l'apertura dei lavori e le presentazioni di rito, la minoranza chiede un rinvio, poichè ha avuto i documenti solo due giorni prima e non ha potuto consultarli. Richiesta legittima, dieci giorni alla fine non sono nulla.
Però, tutto è pronto e si deve ormai procedere: un consigliere di maggioranza si alza dalla sua sedia, dicendo: "E che c'entra... Capisco che la minoranza non abbia avuto modo di leggere, ma figurati.. Non l'ho letto nemmeno io, nemmeno io ce l'ho".
Peccato, però, che la sua firma si trovi tra quelle che, in giunta, hanno analizzato ed approvato quello stesso documento.
L'opposizione continua a lamentarsi: "giovedì scorso c'è stato un incontro della commissione edilizia, per discutere di queste linee guida. I consiglieri, però, non sapevano nemmeno di cosa si parlasse, visto che non avevano ancora i documenti, che gli hanno dato solo la mattina dopo, quindi hanno deciso di disertare i lavori".
Maggioranza spaccata: chi vuol concedere il rinvio, chi invece preferisce votare. Sfruttando l'impasse del momento, un consigliere (sempre il genio di prima, quello della relazione, tranquilli...) si alza dicendo: "cari colleghi, io vi dico che questa relazione va votata! Chiedo la sospensione per permettere al gruppo di maggioranza di confrontarsi, e se non si farà, io abbandono le votazioni".
Tutti, tra gli sguardi sbigottiti di chi assisteva, annuiscono e sospendono la seduta.
Dopo venti lunghissimi minuti, il Consiglio si riapre: si va alla votazione, si approvaa il piano ed alla minoranza no nresta, sola ed impossibilitata a fare altro, ad abbandonare l'aula per segno di protesta.
un editto bulgaro, diranno in molti abbandonando palazzo Santa Chiara.
Mugabe, come vedete, non è molto lontano...