12.4.09

Branca Day

Ci sono determinate canzoni che, nel momento in cui le senti, fanno sì che quel ghigno malefico che fai quando pensi ai bei giorni andati e spensierati della tarda adolescenza esca fuori.
"Branca day", dei Derozer, è una di quelle. Ora, non voglio scrivere nulla di più di quello che sento, ovvero una piacevole sensazione di leggerezza. La chitarra (che mentre tutti ti chiedono la tarantella, tu hai solo in mente il punk demenziale..), i viaggi ed i giri con gli amici, i primi scazzi, la spensieratezza di un periodo che ti fa vivere tutto alla velocità della luce, senza il benchè minimo pensiero a quello che stai facendo. Un'inno alla gioia, al corpo vivo, alla felicità che ti prende tra brufoli e birre con gli amici.
Niente di più e niente di meno. Essere leggeri, quanto pagherei per esserlo di nuovo.
Intendiamoci, da grandi si sta una palata, soprattutto se si ha la fortuna di avere al fianco le persone giuste: amore, amici e tutto il resto, la vita è bellissima così com'è.
"Sono quello che sono per le esperienze vissute", bla bla bla, e tutta la retorica da pseudo adulto che ti viene con la barba dura, però, non mi piace affatto.
E' vero, le mie esperienze mi hanno reso più maturo, ma è un passaggio fisiologico che tutti hanno affrontato prima di me, e che tutti affronteranno.
Però, questa sera, lasciatemi la mia "serata-nostalgia":
Basket Case - Green Day
The kids aren't alright - Offsprings (ma tutto il cd "Americana" va bene)
Voglio armarmi - Punkreas
What's my age again - Blink 182 (con corredato il sogno di girare nudi ad una festa)
Rollin' - Limp Bizkit
Papercut - Linkin Park
Lithium - Nirvana
Toxicity - System of a down
gli articolo 31 (prima delle puttanate moderne di adesso, quelli della Spaghetti Funk, tipo "La fidanzata", avete presente??? quelli che volevano una lurida...)

Questa è la playlist della mia "serata nostalgia", vi consiglio questa serie di canzoni e quelle che mancano a voi...
Frà (proprio Frà, non gioffo, frà..)

3.4.09

Stecco (storia di un Cremino)

Avevo un amico, una volta, si chiamava Cremino.
Se ne andava in giro a Leccornia, tutto abbronzato, a farsi beffe degli amici nel suo vestito buono color cioccolato. Ricordo che, quando eravamo bambini, passava da sotto casa mia, gettava un urlo e mi chiamava, per dirmi di scendere, di andare a giocare a palla con gli amici.
Era dolce, molto dolce; un cuore puro, immacolato, candido, che ti veniva voglia di stare con lui in qualsiasi momento dell'anno, uno svago che durava pochi minuti ma che ti risollevava dalle fatiche di una giornata.
Lo ricordo, quell'anno, a Leccornia: forse anche tu, ricorderai quel caldo torrido, afoso, che toglieva l'aria dalla gola e che ha fatto preoccupare le tv, i telegiornali, le radio, le nonne, le mamme ed i papà. Quell'anno Cremino soffrì tanto il caldo, non usciva mai di casa, e quando lo faceva era solo per rilassarsi e trovare un po' di tregua sotto l'ombra di qualche fitto albero.
Sudava, sudava tanto il povero Cremino, e le gocce di sudore scendevano copiose e vistose sul suo vestito color dell'ebano, che diventava sempre più sottile: tutti dicevano che stava male, il mio povero amico Cremino, ma io non volevo crederci, eravamo così felici pochi giorni prima. Il suo cuore dolce e puro, però, ogni volta che mi vedeva mi rassicurava: "Stai tranquillo, sto bene, passerà tutto..."
Quell'estate, però, sembrava non volesse più finire: in paese Cremino non si vide per un bel po', mentre tutti si chiedevano che fine avesse fatto, lui ed il suo cuore candido.
Quando riapparve, il mio povero amico era irriconoscibile; secco come uno stecco, senza più il suo vestito color cacao, gli occhi incavati e spenti, taciturno e svestito d'ogni possibile riflesso di vita.
Tante furono le ipotesi avanzate, ma resta il fatto che da quel giorno non si riprese più: il paese lo abbandonò e lo isolò, lo considerò posseduto, un pazzo che girava triste e solitario per le strade di Leccornia.
I bambini gli affibbiarono il nome di Stecco, e lo schernivano ogni volta che era alla loro portata. Da piccoli i bambini sono perfidi, si sa, e Stecco non faceva nulla per far cambiare loro parere. Così, un bel giorno, Cremino (o Stecco, l'alter ego dei giorni tristi) non si vide più: due gemelli, Mario & Matteo, che per comodità tutti chiamavano M&M's, videro due energumeni portarlo con loro. Da allora non vedo più Cremino, e mi manca tanto, e nelle serate come questa, quando il caldo s'insidia nei letti da disfare, vorrei ci fosse con me, per salutare lui e quello che di lui, ogni volta, restava, il suo amico Stecco.