17.2.08

Light snow

Neve lieve e lieta cadeva sui tetti e sulle case che Frank guardava dalla finestra.
Quell'uomo, così chiuso e restio a qualsiasi tipo di calore umano, stava lì immobile - pareva quasi commosso - a fissare l'ultimo spettacolo atmosferico parato di fronte al suo viso, al di là dei fradici infissi, prima di andare a letto. Non voleva andarsene via, non voleva allontanarsi da quello spettacolo che l'aveva fatto sentire per pochi istanti "umano", che aveva risvegliato in lui giochi, tenerezze e ricordi di una età fanciulla che avrebbe voluto volentieri gettare nel dimenticatoio.
Meaningless, Frank rifletteva su quel brivido. Capì di aver avuto paura, di essersi sentito vulnerabile in quell'attimo di calore che aveva pervaso il suo corpo, sentì andarsene via e sgretolarsi, questa sì, come la neve sotto le scarpe di un bambino, la sua corazza di evil platino.
Sfolgorava la luce della sua cattiveria nella neve, vedeva il riflesso del vetro all'interno dei suoi piccoli occhiali rotondi.
La testa andava a lei, la sua Billie, l'ultima cosa che l'aveva reso umano prima di quella neve, e che da troppi mesi ormai mancava nella sua vita. "Quando sentirai di nuovo il calore che provi nell'accarezzare la mia pelle, torna da me. Aspetterò anni se necessario, ma quando lo senti, torna".
Frank non riuscì a capire più nulla, ebbe bisogno di uno scotch per riprendersi. Era possibile? Si, era proprio lui, il calore di cui parlava Billie. Non ne era sicuro, non voleva tornare da lei, come un'anima che ha appena finito di espiare i suoi peccati ma che non si è pentita, ed è in prima fila, pronta a sbagliare di nuovo. Non voleva far del male a Billie, semplicemente aveva bisogno di lei.
Si sentiva un egoista, ed un idiota, a fare questi discorsi, lui che aveva sempre fatto a meno degli altri, ma che non era mai riuscito a fare a meno di lei. La considerava, i primi tempi, come un piacere inarrivabile, spinto così in avanti dall'amore folle che ogni quattordicenne cova dentro il suo cuore. Poi, il loro amore era cresciuto, anzi era invecchiato. L'abitudine, la routine, avevano logorato una storia che adesso stava stretta ad entrambi.
"Cerca il calore, e poi torna da me". Nel freddo di questa neve, aveva sentito nuovamente un brivido, nel pensare a lei. Cercò una sua foto, nella speranza che, per un pavloviano sintomo di causa-effetto, sentisse ancora quel calore. Rimase deluso nel constatare che nessun brivido aveva attraversato la sua schiena nel vedere quei lunghi capelli ricci.
Posò la foto, i loro visi sorridenti nel giorno del fidanzamento che strusciavano contro i pizzi del centrotavola; come si girò, un brivido percorse le sue membra, al pensiero di quella data. Loro, felici, i fiori, i parenti, e poi loro abbracciati, e gli amici, e gli scherzi, e loro.
Sentì il calore, si affacciò sul balcone imbiancato. Il calore, nella neve.
Prese il cappello, il copriabiti e partì. Non sapeva dove cercare Billie, ma era sicuro che niente e nessuno l'avrebbero potuto fermare. Sentiva il calore, sentiva la forza che saliva dentro di lui.
Aveva ancora un cuore, aveva ancora dei sentimenti. Poteva tornare a sperare, forse. Poteva tornare da lei, di certo.
Ma lei, sarebbe tornata?
Seppellì nella neve questo gravoso interrogativo, inforcò i guanti e partì.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto


TI AMO