Frank voleva scrivere, aveva estremo bisogno di buttare nero su bianco qualcosa, qualsiasi cosa, che non fosse parte della sua vita privata..
Aveva un certo timore reverenziale a parlare di quelli che lui definiva volgarmente "i cazzi suoi", eppure quella sera non riusciva a farne a meno.
Aveva concesso una chance, una buona occasione mentre tutti voltavano le spalle, ed il fiduciario del suo ultimo atto di carità aveva allegramente fatto spallucce, aprendogli gli occhi (semmai ce ne fosse ancora bisogno) su quanto questo mondo sapesse tradire le attese ad ogni momento.
"Lopez non resiste più, anche quel gatto ha ceduto" pensava ormai immerso nei suoi deliri notturni, con un pacco di delusione da infilare in tasca e portarsi dietro insieme ai suoi guanti di lana tagliati che coprivano si e no solamente le nocche.
Si lasciò andare sulla sedia di pelle nera. Billie era lontana, troppo da lui, mentre il nostro aveva sempre più bisogno di una spalla su cui piangere, una Signora Pina per il ragionier Fantozzi di turno, e da maledire alla prima occasione utile, una donna che guarda e tace.
Non volea tacere, aveva voglia di urlare al mondo il suo disgusto per l'ennesimo tradimento subito. Finalmente, uno sguardo più in là, sulla disordinatissima poltrona in mogano scuro e, con una lentezza stranamente pacata e distaccata.
Prese in mano il barattolo giallo, agitò con curo cercando di non bagnarsi, aprì con un deciso giro di vite e soffiò dentro il verde cerchietto dentellato. Mille bolle di sapone riempirono la stanza, portandosi via i suoi pensieri.
Sorridendo si buttò sulla sedia, mentre cercava il telecomando per spegnere l'incessante rumore di fiati ska che proveniva dallo stereo.
Un'altra ruga permeava ora quel suo ghigno triste che molti confondevano con un sorriso.
bienvenido al planeta eskoria, gracchiava una voce.
"di certo il mio pianeta non sarà meglio", pensò Frank sorseggiando l'ultimo sorso di Ballantine's e soffiando l'ultima bolla.
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