Avevo un amico, una volta, si chiamava Cremino.
Se ne andava in giro a Leccornia, tutto abbronzato, a farsi beffe degli amici nel suo vestito buono color cioccolato. Ricordo che, quando eravamo bambini, passava da sotto casa mia, gettava un urlo e mi chiamava, per dirmi di scendere, di andare a giocare a palla con gli amici.
Era dolce, molto dolce; un cuore puro, immacolato, candido, che ti veniva voglia di stare con lui in qualsiasi momento dell'anno, uno svago che durava pochi minuti ma che ti risollevava dalle fatiche di una giornata.
Lo ricordo, quell'anno, a Leccornia: forse anche tu, ricorderai quel caldo torrido, afoso, che toglieva l'aria dalla gola e che ha fatto preoccupare le tv, i telegiornali, le radio, le nonne, le mamme ed i papà. Quell'anno Cremino soffrì tanto il caldo, non usciva mai di casa, e quando lo faceva era solo per rilassarsi e trovare un po' di tregua sotto l'ombra di qualche fitto albero.
Sudava, sudava tanto il povero Cremino, e le gocce di sudore scendevano copiose e vistose sul suo vestito color dell'ebano, che diventava sempre più sottile: tutti dicevano che stava male, il mio povero amico Cremino, ma io non volevo crederci, eravamo così felici pochi giorni prima. Il suo cuore dolce e puro, però, ogni volta che mi vedeva mi rassicurava: "Stai tranquillo, sto bene, passerà tutto..."
Quell'estate, però, sembrava non volesse più finire: in paese Cremino non si vide per un bel po', mentre tutti si chiedevano che fine avesse fatto, lui ed il suo cuore candido.
Quando riapparve, il mio povero amico era irriconoscibile; secco come uno stecco, senza più il suo vestito color cacao, gli occhi incavati e spenti, taciturno e svestito d'ogni possibile riflesso di vita.
Tante furono le ipotesi avanzate, ma resta il fatto che da quel giorno non si riprese più: il paese lo abbandonò e lo isolò, lo considerò posseduto, un pazzo che girava triste e solitario per le strade di Leccornia.
I bambini gli affibbiarono il nome di Stecco, e lo schernivano ogni volta che era alla loro portata. Da piccoli i bambini sono perfidi, si sa, e Stecco non faceva nulla per far cambiare loro parere. Così, un bel giorno, Cremino (o Stecco, l'alter ego dei giorni tristi) non si vide più: due gemelli, Mario & Matteo, che per comodità tutti chiamavano M&M's, videro due energumeni portarlo con loro. Da allora non vedo più Cremino, e mi manca tanto, e nelle serate come questa, quando il caldo s'insidia nei letti da disfare, vorrei ci fosse con me, per salutare lui e quello che di lui, ogni volta, restava, il suo amico Stecco.
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