5.1.08

Fragile



Frank White ascoltava, in silenzio, la magia di quelle parole incomprensabili, che lo tenevano incollato alla radio come se la posta in palio per quella scoperta fosse la ricompensa più alta della sua ostinata testardaggine che si portava dietro da sempre.
Non immaginava che dietro quella parola, "kalinifta", stesse un buonanotte ricco di speranze, di attese e di delusione. La fragilità di un fiore che sboccia nel pieno dell'inverno e che, solo contro tutto e tutti, lancia questo canto d'allarme...
Il cuore pulsava forte, ripensava a Billie ormai sempre più vicina. Pensava alla sua vita, al contratto appena firmato come consulente finanziario per una grande ditta, ed il suo cuore si riempiva, ancora una volta di tristezza. Urlate, violini, levate alti in aria i vostri lamenti.
Kalinifta, buonanotte, cuori fragili. Vado via, il mio cuore morbido non può più udire i vostri tormenti. Kalinifta..



Com'è dolce questa notte, com'è bella
e io non dormo pensando a te
e qui dietro alla tua finestra, amore mio,
del mio cuore ti apro le pene.

Io sempre a te penso,
perchè te, anima mia, io amo
e ovunque io andrò, vagherò, starò
nel cuore sempre te porterò.


Eppure tu non mi hai mai amato, bella,
nè mai avesti pietà di me;
mai apristi le tue belle labbra
per dirmi dolci parole d'amore!

Le stelle da lassù mi guardano,
e con la luna bisbigliano di nascosto
e ridono e mi dicono: al vento
butti le canzoni, sono perdute.

Buonanotte! Ti lascio e fuggo via
dormi tu che io sono partito triste
ma ovunque io andrò, vagherò, starò,
nel cuore sempre te io porterò.


3.1.08

...respirare...


Inspirare, espirare...
breath...
ho bisogno di affacciarmi alla finestra, prendere a sane boccate tutto lo smog che possa marcire il vuoto che mi porto dentro da qualche giorno..
Inspirare, espirare...
solo questo posso fare, al momento...
spaccare le resistenze dei propri polmoni, forzare lo sterno, sentire le fitte che ti bucano lo stomaco ed i polmoni, liberarti di tutta la merda che hai dentro per buttarne giù di nuova, che sia meno merda comunque...
trilla la campanella dei vaffanculo nella mia testa, trilla l'inutilità di chi si sente superiore e ti urla, con tutta la cattiveria che può avere l'ingenuità degli idioti, quanto ti ritenga inutile..
un quadro mi fissa, un paesaggio che ai miei occhi sembra meno vivo di una natura morta di qualsiasi pittore fiammingo del '600. lo paragono ai suoi occhi, a quella cattiveria repressa che non sapevo di riuscire a suscitare in lui. in ogni caso, non è la mia vita. non è la sua.
sono le ombre, che ci fanno così... siamo corpi leggeri, tenuti attaccati a questo lembo di terra amara e aspra da piccole figure nere che ci ricordano che, per quanto veloce possiamo scappare, loro saranno sempre dietro di noi...
una condanna, per l'eternità...
Cosa direbbe un'ombra, se potesse parlare? sarebbe in grado di racchiudere, in poche parole, la sua vita di stenti, sempre passata ad inseguire qualcuno, qualcosa, senza riposo o possibilità di scelta.
dipendere sempre da qualcunaltroqualcosaltroilsolechespuntaadestoadovestnonloricordopiù...
sono nere, le ombre, sono incazzate nere..
avrebbero bisogno di respirare..