Frank White ascoltava, in silenzio, la magia di quelle parole incomprensabili, che lo tenevano incollato alla radio come se la posta in palio per quella scoperta fosse la ricompensa più alta della sua ostinata testardaggine che si portava dietro da sempre.
Non immaginava che dietro quella parola, "kalinifta", stesse un buonanotte ricco di speranze, di attese e di delusione. La fragilità di un fiore che sboccia nel pieno dell'inverno e che, solo contro tutto e tutti, lancia questo canto d'allarme...
Il cuore pulsava forte, ripensava a Billie ormai sempre più vicina. Pensava alla sua vita, al contratto appena firmato come consulente finanziario per una grande ditta, ed il suo cuore si riempiva, ancora una volta di tristezza. Urlate, violini, levate alti in aria i vostri lamenti.
Kalinifta, buonanotte, cuori fragili. Vado via, il mio cuore morbido non può più udire i vostri tormenti. Kalinifta..
Com'è dolce questa notte, com'è bella
e io non dormo pensando a te
e qui dietro alla tua finestra, amore mio,
del mio cuore ti apro le pene.
Io sempre a te penso,
perchè te, anima mia, io amo
e ovunque io andrò, vagherò, starò
nel cuore sempre te porterò.Eppure tu non mi hai mai amato, bella,
nè mai avesti pietà di me;
mai apristi le tue belle labbra
per dirmi dolci parole d'amore!
Le stelle da lassù mi guardano,
e con la luna bisbigliano di nascosto
e ridono e mi dicono: al vento
butti le canzoni, sono perdute.
Buonanotte! Ti lascio e fuggo via
dormi tu che io sono partito triste
ma ovunque io andrò, vagherò, starò,
nel cuore sempre te io porterò.